L’Agriturismo rappresenta la realizzazione di un sogno: trasformare la memoria in una realtà coinvolgente e condivisibile.
Il proprietario Gabriele ha infatti restaurato case, fienili, campi, boschi dell’antico borgo d’infanzia per recuperare ed offrire al turista esigente uno stile di vita a misura d’uomo, fatto di ritmi, prodotti e servizi legati al territorio.
L’obiettivo di questa operazione è stato “conservare” e valorizzare il patrimonio artistico e storico del territorio, per offrirlo non solo agli ospiti, ma a tutta la comunità del luogo, in un rinnovato legame di appartenenza e di accogliente convivenza.
E’ stata una scelta di qualità, di recupero di uno stile di vita che rappresenta soprattutto qualità, tradizione e relazioni sociali, poiché il turista è inserito all’interno del borgo e ne condivide ritmi e consuetudini, diventando un residente temporaneo.
La struttura è naturalmente diversificata, poiché ogni singolo appartamento conserva l’architettura legata alla funzione originaria anche se il seccatoio, il capanno, e la stalla sono rivisitati in una prospettiva nuova, che ha come valori fondanti la sostenibilità e il rispetto per l’ambiente.
Vezzano è un piccolo paese situato a circa 800 metri d’altitudine sul crinale che divide la valle dell’Arno (Casentino) da quella del Tevere (Valtiberina). L’antica viabilità, la cui importanza fin dall’epoca etrusco-romana è attestata da reperti archeologici e toponimi, passava presso la chiesa di Santa Maria dell’Assunta di Vezzano e collegava Firenze alla Romagna. Il borgo era quindi, con molta probabilità, un centro attivo e frequentato fin dalle sue antiche origini, ben più remote di quelle del vicino Santuario della Verna, reso celebre da San Francesco e da artisti di ogni epoca.
Durante il medioevo il Casentino è caratterizzato dal fenomeno dell’incastellamento.
I feudatari di Rocca Vezzana, ovvero il castello di Vezzano e di Chiusi (paese limitrofo), erano i Conti Cattani, che elevarono la chiesa di Vezzano a Pieve. L’8 luglio del 1214 il Conte Orlando Cattani incontrò San Francesco e gli donò il monte “Alvernia” in quanto luogo propizio per la meditazione spirituale. Nel 1224 San Francesco raggiunse la Verna per la prima volta e da questo momento in poi la storia di Vezzano e di Chiusi in Casentino (che diverrà Chiusi della Verna nel 1922) si legano indissolubilmente a quella del Santuario.
Dopo l’epoca feudataria il grandioso castello dei Conti Cattani, detto “Il Cassero”, passò alla Repubblica fiorentina e nel 1474 Lodovico Buonarroti Simone diventò Podestà di Chiusi e di Caprese. Fu lungo l’antica via di Vezzano che Francesca, moglie del Podestà incinta di otto mesi, cadde da cavallo e dette alla luce il figlio Michelangelo. Si narra che ciò accadde in Camaione, un podere molto vicino a Vezzano: Francesca trovò rifugio nel casale di Valmaggio e battezzò il figlio nella chiesa di Santa Maria dell’Assunta di Vezzano (il cui patrono è appunto l’Arcangelo Michele) che conserva ancora oggi il fonte battesimale originale.